Ci sono due soli modi di conoscere le cose.

Farsele raccontare oppure farle.

Un poco come la vita.

Viverla o farla vivere agli altri.

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mercoledì 15 luglio 2020

una spiaggia

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Il cielo era coperto, carico di grosse nubi, gonfie, minacciose.

Si rincorrevano, arrivando ad ondate, da est.

Implacabili e continue.

Mancava il vento.

Solo una lieve brezza a tratti. 

Un ventilatore rotto che pigolava in affanno,

mandando leggere folate tiepide.


La spiaggia, deserta.

Come sempre.


La marea stava scendendo.

Il declivio,

creava una balza netta che,

veniva modellata a ogni onda.

Su e giù, mescolando granelli ocra.

Come se rimestasse un calderone bollente.

Sembrava polenta.


Un’onda scarica una graziosa conchiglia.

La raccatti al volo, con un balzo.

Non è detto che ne valga la pena.

Magari è leggermente sbreccata o ha perso il suo colore brillante.

Insomma, molto si scopre dopo un poco.

Tutto qua.


Alcune gocce timide, grandi e calde, crocchiano sul mare.

Senso di curiosità, misto a timore,

scrutando il braccio di mare che segna il confine.

Sembra non ci sia nulla.

Non il nulla.

Solo il mare.

Tanto mare.


Qualcosa di maestoso, insondabile profondo e apparentemente placido.

Seguire quello che vedi, quello che passa tra la tua retina, non è cosa da poco.

Causa, se non paura, almeno un senso di insofferenza, di malcelata ansia.


Andare da queste parti, diciamolo, mette un poco di “strizza”.

Un viaggio in solitaria, in una zona remota del Far North del Queensland è impegnativo, ad alto rischio catastrofe.

Svela cosa c’è nascosto dentro di te.

Non si ci camuffa, non si bara, nessuna scusa ammissibile.

Nel groviglio del caos apparente ci puoi trovare parecchie cose.

Tutte le cose.

Almeno, un bel poco di cose.

Le più importanti.

Alcune belle, altre no.



La pioggia mi sferza, dritta e pesante.

Sono bagnato zuppo. 

L’acqua scende dalla fronte tra le sopracciglia,

fino sopra gli occhi,

offuscandomi la vista.

Ombre nervose,

guizzano sotto la superficie,

ora increspata,

del mare.



Assaporo l’aria frizzante, fresca,

che la pioggia porta appresso, mentre scrollo l’acqua dai capelli.

Un raggio di luce ha trovato una via di fuga,

andandosi a schiantare sulla spiaggia.


Scruto, nel piccolo sacchetto,

la decina di conchiglie raccolte lungo il tragitto.

Nulla che si avvicini alla decenza.

Le lascio scivolare sull'onda, che le inghiotte gorgogliando, avida.


Il mio pensiero gli corre appresso, l’ennesimo rammarico.


Una spiaggia segna sempre un confine tra due mondi.



Andiamo ad accendere il fuoco. 


Oggi è stata una giornata fantastica. 

Domani sarà strepitosa, ne sono certo.

Sono in culo al mondo.


Sono,

come sempre,

maledettamente fortunato.


Mutee Heads, Queensland, Australia, 13.07.2020


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