Il tempo! Sempre questo tempo, che non migliora! Lo dicono tutti ormai che quest'anno è anomalo! Parto con un poco di tensione. Cielo coperto e anche una gran paura, quasi un presentimento di andare verso l'ignoto, verso la frontiera. Un buco nero che inghiottirà me e la mia Carolina! Sulla strada sono appena passati due carri attrezzi con un paio di auto in panne. Nuove e blasonate! Sono teso, cavolo! Ho un nervo della spalla incriccato! Ho un dolore "porco"!
La strada è stranamente asfaltata per 25 km e poi via di gravel road. Forse la sospensioni posteriori, in particolare quella sinistra, sono partite. Non è una cosa successa qui, ma ormai accusano tutte le buche prese e pure i chilometri percorsi. Sono attentissimo. Cerco di anticipare tutte le buche, le cunette e schivare tutti i sassi possibili.
Non vorrei sfasciare di nuovo qualcosa. Qui il rischio di avere grossi problemi è elevato. Dopo poco mi viene mal di testa.
Arrivo all'ultima road house prima di una deviazione di circa 120 km per andare a visitare un parco che da sulla costa est. Faccio il pieno e mi mangio qualcosa al volo.
La strada è insidiosa e mano mano si avverte un cambiamento di clima. L'umidità aumenta. Un continuo di tornanti, piccoli corsi d'acqua, buche piene d'acqua e pantano. Gli alberi diventano sempre più alti e fitti e cominciano a spuntare delle felci enormi. Il verde sporco di terra rossa, tipico delle strade polverose Australiane, si trasforma in verde smeraldo! Ha appena piovuto e tanto. Mi sto di nuovo inoltrando nella foresta tropicale. Il vento aumenta sempre più. Vento caldo però, carico di salsedine!
Dove cavolo sto andando!?! Non lo so! Ho l'impressione che a ogni buca, a ogni piccolo corso d'acqua superato, a ogni curva, la mia Carolina tiri un sospiro di sollievo. Io invece ho un fremito, un sussulto. Come se stessi togliendo prima la carta da parati che ricopre il mio animo. Poi l'intonaco e alla fine sfondassi il muro di mattoni! Voglio vedere cosa c'è in fondo e ho una paura fottuta! Colpo su colpo, lo abbatto!
Qui mi rendo conto che sono "oltre", che ho superato la frontiera. Territorio pericoloso, perché reale, crudo e semplice. Non ci sono altro che domande semplici che hanno risposte chiare e cristalline. Fa paura la verità. Nessuno la vuole sentire perché mette a nudo le nostre bassezze, le nostre ridicole limitazioni, le nostre falsità. Abbatte le maschere del quotidiano che ci mettiamo per "eludere" il prossimo in modo più o meno conscio o semplicemente per proteggerci, per non essere vulnerabili. Dare un immagine sicura e vincente di noi stessi in un mondo che ci ingoia e poi ci risputa come una gomma da masticare ormai senza più sapore. Spesso a lungo andare ci "fottiamo" da soli e non sappiamo nemmeno chi abbiamo di fronte nello specchio la mattina. Cosa vogliamo veramente, cosa sia importante in fondo. Cosa sia giusto in fondo. La diffidenza a volte la paura trovano spazi fertili. Tutto è sacrificabile, tutto si può calpestare e cancellare, come schiacciare il tasto DELETE sul computer.
Faccio una curva ed eccomi a Chili Beach! Il cielo è coperto e c'è un vento pazzesco. La spiaggia è spettacolare. Qualcuno direbbe che è troppo selvaggia, troppo naturale, troppo vera! Qualcuno direbbe che si potrebbero mettere due file di ombrelloni e togliere un paio di tronchi dalla battigia perché stonano. Magari dare anche una potata alle palme e togliere le alghe!
Per me, oggi, questo è l'Ombelico del Mondo! Per me, oggi, questo luogo è dove tutto è nato e dove tutto è rimasto immutato. Semplice, vero, puro. Il mio sorriso arriva dal fondo del fondo dell'anima e miei occhi brillano come quelli che nemmeno i bambini hanno più.
Mi giro controvento e sciolgo i capelli. Chiudo gli occhi e respiro la salsedine. Riempio i miei polmoni e sembra la prima volta che l'aria li raggiunga, ci faccia un giro. Espiro profondamente ed esce tutto, tutto si scioglie e le lacrime scendono silenziose sulle mie guance...
Pascoe River