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Perché in fondo ero terribilmente attratto dai paesaggi sconfinati,
dalle coste selvagge, dai luoghi sperduti,
lontani centinaia di chilometri dalla calca.
Buona parte dell’umanità non la capivo,
non riuscivo più a capirla,
non volevo più capirla,
ma evitarla.
Avevo vissuto,
convissuto,
più o meno consciamente,
con quello che la vita mi aveva riservato.
Situazioni e persone.
Non mi ero fortificato, solo fracassato i maroni.
Era andata così.
Partivo, con in valigia dubbi, paure, lo stomaco ingarbugliato.
Convinto, che l’incredibile mi attendeva.
Avrebbe superato i sogni che ancora vagavano nella mia anima.
Erano i miei, non di seconda mano, passati da qualcuno.
Nemmeno letti sulla réclame di un giornale di settore,
su un libro d’avventura,
su un romanzo famoso,
su un manuale motivazionale.
Prendevo l’ultimo, anzi, l’unico treno disponibile.
Perché, non ripassano!
Mai creduto alle frasi dei cioccolatini,
dei Best Seller di immediata gratificazione.
Il pensiero,
l’idea,
l’opinione,
sono tabula rasa di fronte all’azione,
l’unica che determina la realtà.
La realtà,
tanto diversa da come te la immagini,
di come te la raccontano.
Cruda, nuda e senza fronzoli.
Asciutta e pura. Spesso difficile da ingoiare.
Sincera fino al midollo.
Da abbracciare,
stringere forte per tentare di non farla sfuggire.
Irresistibile.
Nei momenti buoni e pure in quelli bui.
Mai, come nell’ultimo trip, ciò si è rivelato vero.
Incontrovertibile.
Ho cercato di farne diario di bordo attraverso i miei post.
Che altro dire?!?
Che altro aggiungere di nuovo?!?
Non saprei. Forse questo…
Durante questo mio vagabondare,
ho provato una sensazione continua,
un friccicore costante.
La differenza tra una giornata ordinaria,
e una che non potrò mai dimenticare,
era riposta nelle mie scelte di renderla indimenticabile.
Finiamola qui. Party is over. Grazie dell’attenzione.
Carpi, Italia, 14.02.2023