Sono le 16.00. Ancora due ore di luce. Avvio l'auto e parto. Lascio Carnarvon, 6900 anime adagiate intorno al letto del fiume Gascoyne. Questo fiume, al momento, è una striscia di sabbia rossa che taglia piantagioni di manghi senza frutti e distese di banani ricoperti da reticelle verdi. Questa sarà la unica vera città per un poco. Il viale principale in uscita è costeggiato da una fila di eucalipti con il tronco bianco latte. Il tempo è nuvoloso da giorni e, da questo punto di vista, spero mi aiuti. Mi sbaglio. Mi sbaglio alla grande, come spesso accade nella vita.
Appena fuori città i presagi, di quello che aleggiava nel mio animo da un poco di giorni, si rivelano. Avvertimenti, ovunque! Non solo i soliti cartelli che indicano "flodway" o "vacche libere" o "animali selvaggi", ma pure le distanze dalle prossime città…impressionanti: 359 km per Exmouth, che poi non è una vera città…circa 2500 persone…la prossima area di servizio a circa 134 km…l'acqua che è scarsa per i prossimi 632 km...
La copertura telefonica del mio cellulare è, naturalmente, già assente…
Nel mezzo, il nulla! Solo la strada, le vacche ai lati, insieme alle capre selvatiche e ai corvi che si dividono, insieme alle prime aquile color nero cenere, i resti delle carcasse dei canguri, delle volpi e dei conigli…
Il cielo è cupo e una vampa improvvisa mi assale. Appena 10 km percorsi e la temperatura si impenna…35 gradi…per salire sempre più fino a 38. Fissa. Non calerà, nemmeno dopo il tramonto.
Non passa nessuno o quasi. Un road train o un'auto ogni dieci minuti circa…
L'ondata di calore, il vento secco e caldo mi entra dentro, asciuga in un baleno i miei capelli umidi di doccia e si insinua, scava…sempre più dentro…
Guardo questo cielo cupo, carico di nuvole pesanti che sembrano voler vomitare un diluvio da un momento all'altro. Ma nulla accade. Solo il colore cambia mano a mano il sole scende all'orizzonte infuocando la scena talmente tanto che il caldo sembra ancora aumentare con il diminuire della luce…infatti...39 gradi!
La mano si alza dal volante, all'interno del camion pieno di luci come un albero di natale, in segno di saluto e la mia auto si sposta un poco per la massa d'aria che la investe. Mi scuoto dal torpore e il dondolio mi riacutizza il dolore alla schiena che da qualche giorno mi perseguita.
Penso a dove sono. Circa 3300 km da Darwin e forse di più da Adelaide, chissà quanto disto da casa, dall'Italia. Chissà quanto disto dai pensieri di qualcuno…chissà dove sono le persone, dove sono i sogni…chissà dove sono le facce amiche, gli occhi che si specchiavano nei miei prima di un abbraccio, prima di un sorriso, prima di una stretta di mano, prima di un bacio, prima di una promessa...chissà…sono evaporati con questo caldo e dispersi dal vento in questa distesa infinita.
Sono in mezzo al nulla! Castaway! Naufrago! Come alle Maldive...qualche anno fa.
Galleggio su questa strada e tutta la mia vita mi scorre davanti seguendo il nastro della striscia di mezzeria. Ma tutto scorre lento, cadenzato, quasi fosse una cantilena, un rosario…tutto…fino agli ultimi giorni, fino a oggi. Ho molti "buchi", molti cambi di scena, salti di anni, ma altrettanti istanti sembrano durare una eternità…il tutto è senza musica, senza colonna sonora, ma in presa diretta, nitidissimo. La scena "è reale"...
Evito la carcassa di un canguro e lo svolazzare dei corvi che se lo stavano contendendo e proseguo ancora per qualche chilometro. Ci dovrebbe essere una RoadHouse fra poco…
Le nuvole si trasformano in una massa informe sempre più cupa, minacciosa, quasi fossero pronte a esplodere, ma nemmeno una timida goccia si affaccia.
Mi sale dallo stomaco, lo sento. Qualcosa di strano che cerco di bloccare come posso, ma come un serpente si insinua sempre più, piano piano, fino in gola. Stringe lentamente, quasi non mi fa respirare. Guardo le nubi, guardo la strada che scorre sotto di me con una ripetitività ossessiva, quasi diabolica. Ho come l'impressione che tutto sia sfocato, quasi stessi guardano qualcosa attraverso la nebbia o attraverso uno lente deformante.
Penso che un bell'acquazzone ci starebbe bene, porterebbe almeno un poco di frescura. Solo adesso mi accorgo che ho dei segni sul viso, guardandomi nello specchietto retrovisore. Delle piccole strisciate di sale bianco che non arrivano oltre gli zigomi. Faccio una smorfia, quasi un sorriso sardonico e penso che sono ancora vivo. Nonostante tutto sono vivo. Non so dove è la mia destinazione. Mi sento lontano da tutti e da tutto. Mi sento abbandonato da tutti. Nessuno vicino a me che possa aiutarmi.
Castaway, naufrago ancora una volta!
Ormai è buio, ma penso che stavolta forse è più semplice. Non devo prendere la "mira" con la bussola e nemmeno pinneggiare. Nemmeno preoccuparmi di confortare qualcuno, dargli coraggio, aiutarlo. Basta che seguo la linea di mezzeria, tenga il volante e prema un poco l'acelleratore, oltre ed evitare qualche animale, vivo o morto che sia...
Da qualche parte arriverò e del resto questa è l'unica via che c'è. Non ho alternative, devo cercare di percorrerla fino in fondo, almeno per un poco ancora, almeno fino a che ho benzina…almeno…fino a che ho dei sogni, delle speranze…
Io, li ho ancora. Io, ancora ci credo. Io, non li tradisco. Mai!
Nonostante tutto. Nonostante la fatica. Nonostante le ammaccature, la schiena a pezzi. Nonostante le ferite ancora aperte…nonostante…nonostante sia…sono qui…Castaway…
Ce la faccio anche stavolta!
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