Ci sono due soli modi di conoscere le cose.

Farsele raccontare oppure farle.

Un poco come la vita.

Viverla o farla vivere agli altri.

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venerdì 13 novembre 2009

All MAN CHOSE the PATH they WALK (The Tracker, 2002)



L'Australia mi chiama. Questo grande continente, dall'altra parte del mondo dove già un paio di volte sono stato, mi sussurra...mi tenta e mi entra piano piano nelle carni, nell'animo.

Porto sempre pochi ciondoli addosso. Anzi sempre quelli. Uno di questi è una pietra con un foro, di colore ocra. Viene da Pebble Beach, Western Australia. L'avevo messa per ricordarmi che dovevo tornare. Forse è venuto il momento.

Questi spazi incontaminati di terra rossa, di vento perenne e di arsura che scava nella pelle e giù fino nell'anima mi attirano. Le spiagge sterminate il mare calmo e caldo o gli spruzzi alti sulle scogliere con il rombo della risacca. Le stelle che riempiono il cielo e illuminano a giorno, come in nessun altro posto. Il senso di sacralità della terra e della nostra piccola anima. Forse è una scusa. Un richiamo, maledetto ed assassino che porta all'oblio o alla redenzione. In Australia si ci può ritrovare o perdere, come tanti posti che ho visitato, che a ben vedere, alla fine sono sempre stati delle isole. Nosy Bé, Roatan, le Maldive e tante altre. Tutte isole. Isole, già!

Come ognuno di noi, un piccolo universo, isolato e chiuso. Circoscritto per lo meno. La terra infine e anche noi stessi lo siamo, circondati da questa sottile pellicola di aria che ci permette di respirare e sopravvivere. Illusi spesso, per via delle nostre limitazioni, di essere in uno spazio sconfinato. Spesso i nostri sensi e le nostre abitudini o meglio il nostro "standard" dimensionale, che per forza diventa l'unità di misura delle cose...si misura in metri in km o miglia marine se siamo in mare. Ridicolo! Piccole schegge impazzite nell'immenso e spesso ci sentiamo grandi! Ma ci aggrappiamo a qualsiasi cosa nel momento che sorvoliamo oltre il nostro piccolo "universo abituale"....buffo no! Ma quasi non ce ne accorgiamo, noi privilegiati, ricchi e spensierati ma circondati da una immensità di oggetti, da noi costruiti, necessari per la nostra beatiduine, ma che ci bloccano la vista, l'orizzonte! Criceti in gabbia e pure felici di girare nella nostra ruota...e in ansia di fronte al mare che monta, sbalorditi di vedere un cielo stellato! Oggetti e strumenti di noi stessi. Completamente inebetiti e inconsapevoli di dove siamo. Meglio, limitati da quello che ci circonda, nonostante che tutto ormai con la tecnologia o le informazioni ci sia noto...appagati da emozioni virtuali, senza nemmeno avere il sospetto che il viverle sia qualcosa di completamente diverso...naufraghi di noi stessi e nemmeno consapevoli. Crediamo che tutto sia scoperto, accessibile e non ci rendiamo conto che non è vero...il viaggio vero è esserci...annusare, leccare, vedere, respirare, soffrire e gioire...anime morte e dannate!


Isole dove una moltitudine di naufraghi si ritrova. Si annusa e si sperde di nuovo verso il nulla, verso un nuovo approdo, una nuova isola. Dove riposare, rifocillarsi, pensare e ripartire dopo poco...oppure fermarsi per sempre.

Le altre volte però avevo sempre un progetto o per lo meno un obiettivo, seppur semplice. Il lavoro o il viaggio teso alla scoperta. Oggi invece non so che andrò a fare. Non so cosa scoprirò di nuovo o, buffo, di già conosciuto, chi può dirlo. C'è qualcosa là però che devo trovare, cercare o forse sarò come un cliente di un supermercato che ha spuntato tutta la lista della spesa, gironzola tra gli scaffali con aria annoiata ma anche curiosa. Dinoccolato ma pronto a farsi cogliere dalla sorpresa dell'imprevisto, dell'inaspettato.


Ammagliato da quello che la tua retina vede per la prima volta, non attraverso una foto o un video. Cose che non puoi solo vedere, ma annusare, gustare con la lingua, assorbire con la pelle e con il respiro. Una goccia di sudore che ti scorre lungo la schiena e il tuo respiro che rimbalza sui colpi del tuo cuore e la luce che riempie spazi infiniti e inspiegabili per tua mente. Troppo forte anche per te.


Il viaggiare non è un semplice e breve spostamento fisico del nostro corpo da un punto all'altro.


Viaggiare è amare.


Viaggiare è la linfa dell'anima.



Tanti capitoli chiusi, come quelli semplici della vita di ognuno di noi. Piccoli obiettivi raggiunti che hanno fatto il loro tempo e "sono" nel loro spazio ormai passato. Lo studio, una famiglia, un lavoro e un altro ancora...ora invece?

Beh, chi di voi sa che si deve fare da grande me lo dica! Soprattutto dove! Io sto ancora cercando, e zoppicando, saltando o forse meglio, avendo la fortuna di avere "una gamba in più" sulla terra ferma e "una in meno sott'acqua", esploro il limite del mio animo e del mio universo. Qualsiasi cosa sia...io ci sarò. Ci sono e il mio sorriso, i miei occhi, sono lì...e magari potrebbero essere una estensione anche dei vostri...

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