Ci sono due soli modi di conoscere le cose.

Farsele raccontare oppure farle.

Un poco come la vita.

Viverla o farla vivere agli altri.

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domenica 29 luglio 2012

One day



Poi succede. Ti alzi un giorno e ti ritrovi. Potresti essere a casa tua, nella bassa padana, nella calura estiva oppure in una pass delle Maldive o perso nelle immense pianure Australiane, a 1200 km dalla prima pompa di benzina o a Nosy Bé mentre cerchi di salvarti la vita con un macete che ti preme nello stomaco. Non so perché accade, ma ti ritrovi. Risenti quello che da sempre è dentro di te. Senti il caldo del sangue che scorre nelle tue vene. Il sangue, caldo, dolce, pulsante. Tutto ritorna chiaro, finalmente tutto si scioglie nell'immenso della tua anima. Finalmente sei tornato, ti sei scrollato di dosso le ansie, le paure, le sofferenze. Tutto. Sei di nuovo tu, più forte che mai. Sei tu, nonostante tutto perché sai annusare l'anima e sai vivere l'animale che è in te. Sei finalmente riuscito a tagliare gli ultimi fili, le ultime cose che ti vogliono piccolo e in balia del mondo, di quello che l'ipocrisia e la codardia della società vorrebbe incastrarti. Di quello che gli occhi della gente vede di te. Tu te ne fotti. Te ne fotti completamente. L'adrenalina scorre a fiumi, il cervello riceve la linfa che necessita per superare tutti gli handicap che la vita e il tuo corpo invecchiato gli hanno riservato. Sorridi. I tuoi occhi parlano per te e il tuo corpo parla per te. Sai che ci sei. Sai che puoi fare tutto e lo farai. Tutto quello che serve per sorridere e per piangere. Tutto quello per vivere. Non sei un eroe, né un martire, sei solo un fottuto ribelle, sei un animale, sei un uomo. Tu sei un wild dog, sei un barracuda, sei l'alba, la pioggia, il sole, il caldo e la polvere, le lacrime e la nebbia. Sei semplicemente libero…sei libero perché non hai paura di perdere qualcosa  perché qualsiasi cosa tu perda è superflua, non serve. Vivi…esisti come il vento, come il sole, come uno squalo, come il grano nei campi…che cazzo ti serve di più?
Corri leonardo…corri che il mondo è tuo, la vita è in te, questa terra è in te e tu sei questa terra…sei l'anima di questa terra che da essa  e con essa ritornerai  per darle nuova vita. Corri leonardo, che il wild dog  sei tu, lui ha il tuo stesso sangue. Lui ha la lingua a penzoloni e ansima, lui è la cosa più vera che ci sia su questa terra....lui è con te. Fottuto bastardo...quanto cazzo ti ama! Quanto tu lo ami, più di ogni cosa, più della tua vita...perché la tua vita non avrebbe un senso senza di lui...ti amo bastardo, stronzo, vecchio, spelacchiato, sfigato wild dog...trotterella con me ancora per un poco e...ci fottiamo il mondo, o no? Vabbé, almeno il bush, ok? Ce la facciamo...che ci provino se hanno le palle....e non ce le hanno...non le hanno mai avute...

5 commenti:

  1. Leggo il tuo post.
    Fermo tutto il resto attorno a me.
    Si. Hai ancora una volta ragione tu.
    Ti ritrovi proprio quando meno te lo aspetti.
    E a te, leo, quante volte ti è successo, eh?

    Immerso nel tuo 16 gennaio
    Quando l’acqua nemica è diventata placenta nel grembo della tua rinascita.

    E’ successo, ti è successo, quando ti sei specchiato dentro i sassi d’acqua a Pebble Beach - Exmouth WE.
    O ancora dentro ad un tramonto “fuori campo” a Peron NP dove ti sei ritrovato a “fare quello che non facevi da tanto tempo”.
    Ti è successo ancora quando sei caduto dentro ad un dolore che non passava mai a Weipa…
    Weipa…
    E aspettavi. E piangevi.
    E poi sono bastati 52 secondi di sosta lassù a Cape York per uscire dalla crisi!

    O ti può essere accaduto di tornare a riconoscerti dentro il sorriso di qualcuno in una notte serena di un dicembre sulle colline italiane…

    Vorrei aggiungere altre date ma la tua vita non è la mia.

    Sii orgoglioso della tua anima-“Anima…le”

    Si. L’ombra della tua Anima ti trotterella dietro a quattro zampe.
    Privilegio per pochi.
    Non so dirti altrO.

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  2. Errata corrige.
    HO ancora qualcosa da dire....

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  3. Ieri sera, dopo una giornata faticosa di lavoro e di altro, torno a casa.
    Ceno.
    E’ già tardi.
    Esco per andare a buttare l’immondizia: ho in mano i miei sacchetti di organico e indifferenziato.
    Sto per rientrare in casa, dentro il silenzio di pensieri in prigione.
    Mi accorgo che una luce lattea intensa e fresca avvolge il mio giardino.
    Alzo lo sguardo.
    La vedo.
    La mia luna.
    Enorme. Potente nella sua pienezza.
    Chiudo gli occhi così nessuno mi vede.
    Comincio ad ascoltarla e mi ritrovo a sorridere.
    Ecco, questo è stato il mio improvviso “ritrovarmi”.

    Molte volte non serve correre, correre.
    Bisognerebbe imparare anche a fermarsi.
    Sapersi fermare.
    Saper scendere alla propria stazione.
    Quella giusta.
    Ma non smettere mai di alzare lo sguardo perché il viaggio possa continuare in altre forme.
    E continuare ad esaltarsi.
    In altre forme.

    Chissà se anche questa sera Lei mi farà la sorpresa di affacciarsi davanti casa mia.
    Ma anche se non si dovesse far vedere io so che esiste.
    Nessuno mai mi potrà togliere questa gioia.
    In qualche posto, nel Cielo del mio Mondo, IO so che lei esiste.
    Mi farà compagnia.
    Per sempre.

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  4. Ciao … Anonimo.
    Era un po’ che desideravo rispondere ai tuoi commenti.

    E va bene.
    Te la passo per buona questa tua metafora della “Fermata alla stazione”.
    Basta con questo perdersi per poi ritrovarsi all’infinito, in un eterno altrove raggiunto sempre di corsa …
    Va bene.
    Ho capito.
    Occorre saper riconoscere quando è il caso di smettere di correre,
    quando fermarsi è proprio la scelta migliore.
    Accetto anche l’idea sana che “ora” è il luogo dove io devo riconoscermi e far riposare l’anima-le che irrequieto freme dentro di me.
    Ok, ho imparato: vuoi dirmi che la mia Terra è dove sono ora.
    Ma adesso seguimi.
    E non aver paura a scoprire insieme a me che “ora” non è “sempre”.
    E allora?

    E allora io non smetto di sorridere all’idea che il treno dei Sogni possa ripassare dalla Stazione dei miei Desideri .
    Quel treno “straordinario”, fuori orario che nessuno aspetta in banchina distratto com’è a guardare solo gli orari fissi sul cartellone delle loro sale d’attesa.
    Ma la mia attesa non può resistere chiusa dentro una sala d’aspetto decisa da altri.
    Io sarò lì, sulla banchina.
    Eccolo. Lo sapevo.
    Sento l’aria che si sposta.
    Sta arrivando.
    Qualcuno guarderà fuori dal finestrino e mi riconoscerà, tirerà il freno a mano, le rotaie scintilleranno eccitate ed io salirò a bordo.
    Perché ricordati: le fermate sono lì, ad attendere le partenze.
    Tesoro, alza lo sguardo:
    è Luna piena.
    Stasera vengo da te.

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  5. A tutti gli "anonimi"...che scrivono sul mio blog. Scusate...molto semplicemente potreste fare capire anche a me? Cioè...voi commentate quello che io scrivo e magari io vi rispondo e mi sta bene, ma...scusate...non è che mi sta bene che voi utilizzate questo blog per interloquire tra di voi...magari vi firmate così si sa chi siete, e magari poi in privato vi contattate e vi scambiate tutte le impressioni che volete! Io sono pubblico, metto la mia faccia davanti e mi assumo in primis la responsabilità di ogni cosa che scrivo. Ma mi auguro che non abbiate scambiato questo semplice blog per una arena di discussione e per giunta anonima. Questo non è un forum. Grazie.
    Io sono aperto a ogni cosa. La mia mail è pubblica....

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