Ci sono due soli modi di conoscere le cose.

Farsele raccontare oppure farle.

Un poco come la vita.

Viverla o farla vivere agli altri.

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domenica 12 febbraio 2012

Such is life

Oggi 2 febbraio devo capire che posso fare. Mi sembra che la mia corsa sia finita qui e che sia praticamente impossibile riprenderla. Sono a New Norfolk che è un piccolo paese a 40 chilometri circa da Hobart, la capitale della Tasmania.


Carolina è messa male e non so se riusciranno a sistemarla. Il meccanico, Gary, controlla l'auto e dice che potrebbe ripararla in un 4 o 5 giorni. Sistemarla in modo sicuro per viaggiare. Controllo tra i documenti e spunta fuori una polizza che avevo stipulato ad Adelaide, full kasko. Con l'aiuto di Brett, il proprietario della pompa di benzina che mi ha recuperato con il carro attrezzi, faccio la denuncia ma sono indeciso sul da farsi. Se faccio riparare l'auto devo fare un sacco di foto e fare una denuncia parziale all'assicurazione, tenere i pagamenti e poi al mio rientro finire di riparare l'auto e di nuovo altri documenti. Il fatto è che io non devo rientrare ad Adelaide.


Nel frattempo sono di passaggio nuovamente Peter di Melbourne e il suo amico belga, che mi hanno soccorso e aiutato. Sono felici di vedermi e, oltre alle foto di rito, parte un invito per andare a visitare Melbourne al mio rientro dalla Tasmania.


Parlo con Gary e lui mi dice in modo molto chiaro che la cosa migliore per me sarebbe fare riparare l'auto in città, ad Hobart, attraverso la mia polizza. Mi lascia di stucco. Sta rinunciando al lavoro perché dice che è onesto e sincero. Tutta la giornata passa tra telefonate e fax con l'assicurazione e l'organizzazione del trasporto a Hobart per il giorno dopo.


Penso di fermarmi l'indomani in zona per alcuni giorni e capire quanto tempo ci vorrà e poi decidere il da farsi. Nel pomeriggio regalo un calendario a Gary per ringraziarlo dopo avergli spiegato che stavo facendo da quelle parti.


Nel giro di mezz'ora si muove tutto. Brett mi chiede dove dormirò la notte e mi invita a casa sua e Gary, insieme al figlio diciassettenne Tyler, mi dice che posso andare da lui. Non solo. Mi dice esplicitamente che posso stare quanto voglio, anzi…"forever"!


Mi ritrovo a passare una notte a casa di Brett, della moglie Patricia e del figlio Matthew. Tutti e tre lavorano alla pompa di benzina e Matthew è il migliore amico di Tyler. Mi preparano pure la cena dopo avermi chiesto che voglio da mangiare!


Il giorno dopo con Brett portiamo Carolina a Hobart e dopo aver postato sul blog presso un bar del centro, mi trasferisco a casa di Gary e Tyler. Entrambi sono di un gentile incredibile. Sono originari dello Zimbabwe e si sono trasferiti in Australia qualche anno fa dopo che la situazione politica ed economica era diventata insostenibile. Passo tutta la sera fino alle 4 di mattina a parlare con Tyler che è un ragazzo incredibile! Un artista, uno sportivo a tutto tondo! Lavora il legno e la pietre dure. Suona la chitarra e fa sub. Ama gli animali e tiene un acquario oltre che un terraio con delle lucertole. Aiuta il padre, fa da mangiare e il bucato. Colleziona monete e tira con l'arco. Insomma un ragazzo sveglio con interessi e molto autonomo.


Il giorno dopo Gary che non lavora il sabato mi porta a visitare il mercato settimanale ad Hobart che si chiama Salamanca. Un piccolo mercato molto famoso che si affaccia direttamente sul mare. Questo è il primo contatto che ho con Hobart che subito mi sembra una città bellissima e solare. L'ingresso nel centro storico avviene attraversando uno dei due ponti sul fiume Derwent, dove l'ampia e riparata baia sfocia in mare. Gli eleganti e tranquilli cigni neri galleggiano come fossero sagome di cartone immobili.


Ci visitiamo in un'ora questo colorato ed eterogeneo mercato dove si trova di tutto, dall'abbigliamento, al cibo, dai libri usati ai fiori, dal cibo per cani, con ossa di vari animali e croccantini aromatizzati, ai musici improvvisati. La giornata è splendida e il sole ha una luce giallo ocra.


Penso a tante cose e penso a questi luoghi, alla gente che li abita e al loro carattere. Al loro modo di essere e al loro stile di vita. Forse gli Australiani e in particolare quelli che vivono nelle piccole cittadine, i così detti "country people", possono sembrare svogliati, rilassati, spesso inconcludenti. Possono sembrare trasandati, e poco avvezzi ai particolari, alle finezze che spesso noi abbiamo. Possono sembrare non curanti delle apparenze fino all'inverosimile ma hanno qualcosa che noi abbiamo perso, smarrito.


Sono pratici, aperti, generosi e curiosi. Hanno pochi pregiudizi, poche remore ad accogliere il viandante, lo straniero. Forse sono io che sono molto fortunato, non so bene. Però certe cose mi accadono spesso da questa parte del mondo. Accadono ora e non sono scritte in un romanzo d'altri tempi o di fantascienza.


Gli Australiani sono un popolo che vive nella natura, circondati dalla natura. Mettono in pratica la voglia di vivere ogni giorno con i fatti senza farsi troppe domande inutili, assaporandola nel midollo senza fronzoli od orpelli, su cui noi ci concentriamo troppo spesso. Magari una vita che noi facciamo fatica a capire a cui non siamo abituati che ha i suoi lati negativi, ma è vita piena.


Forse riesco a capire e comprendere meglio la scritta che vedo spesso sulle auto o addirittura tatuata sulla pelle.


SUCH IS LIFE


Forse sto invecchiando. Anzi sto invecchiando di sicuro e non ho ben capito se il mio cervello nel frattempo stia ancora crescendo, stia cambiando. Non so bene che sta succedendo ma ho l'impressione che questo viaggio, questo mio secondo "Walkabout in Australia", sia molto più complicato del primo. Mi ritrovo a sentire che a dispetto di quello che oggettivamente è, sono più forte e al tempo stesso più tranquillo del solito. Non so come spiegarlo ma sento che, nel bene o nel male, la vita è questa. Almeno la mia. Almeno ora. Farsi troppe domande non serve, sono inutili, ridicole se non dannose…perchè semplicemente…such is life.





























7 commenti:

  1. Andiamo tutti a vivere a Hobart!!!! wowowwwoo!!! Qui in mezzo alla neve a Roma, ma ti immagini??? Unkas

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    1. ..Sì, mi associo, anche noi con un banco supercolorato al mercato...

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    2. La verità è che siete della capitale e non vi volete fare mancare nulla per fare schiattare tutti quanti! Pure la neve tenete adesso! I soliti romani che esagerano sempre!!! Un abbraccio forte che qui regge ancora il sole...spérem!

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  2. D.Sapienza "sono le incognite la garanzia di ogni viaggiatore:dalla rete di ciò che non conosci esce la visione che definisce il tuo viaggio"
    Per te Leonardo le parole di un viaggiatore "coi controcoglioni" come lo definiresti tu.
    Baci Stella

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    1. Grazie Stella! Le incognite sono il mio pane quotidiano direi! Non mi faccio mancare nulla! Tanti baci!

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  3. quella è la tua vita...io lo sapevo prima di te!!
    semplicità, naturalezza, verità...un bacio

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    1. Grazie Simo! Mi carico un poco così, perché ne ho veramente bisogno! Un bacio grande!

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