Poi, semplicemente, ti senti svuotato e hai finito di pensare, finito di dovere fare qualcosa come se fosse necessario. Hai finito di avere impegni, programmi e appuntamenti. Cose che sembravano assolutamente fondamentali, inderogabili e indispensabili. Succeda quel che succeda ti metti in moto e parti. Piova o ci sia il sole. Non ti interessa più nulla, solo riempirti gli occhi, il cuore e la mente di roba, di quello che ti capita a tiro. Hai fame di tutto e di ogni cosa. Il viaggio sembra avere totalmente deciso dove portarti e cosa fare di te. Non serve combattere, né averne paura ma, solamente, farsi trasportare, muovendo di tanto in tanto il timone, così, per dare un segno di sé. Non ti va nemmeno di fare foto, solo guardare. Cose banali, stupide, come l'insegna di un negozio o la retina per tenere i capelli del commesso al supermercato.
Osservare una tonalità pastello in un paio di pantaloni o le sfumature di verde di un prato. Guardi anche il culo di una donna magari, il taglio degli occhi che incrociano i tuoi, ma non per bramosia o appetito, solo per curiosità. Segui una direzione di massima e sai che non arriverai mai prima di sera ma, non ti importa. Non sei preoccupato. Il tempo diventa solo un concetto relativo, insignificante. Ti fai il bagno in una minuscola baia isolata e ti scaldi al sole tiepido, come il goanna che hai visto stamattina scendere dall'albero sul prato, dopo una notte di pioggia intensa.
Attraversi paesi contigui che assomigliano a un mix tra la nostra riviera romagnola-ligure e Venezia. C'è vita, movimento, ute scintillanti e vecchi pulmini arrugginiti, ragazzi con la tavola da surf, ragazze sculettanti in shorty, pescatori della domenica, madri che spingono carrozzine e pensionati con Panama e bastone da passeggio, barche ancorate nei meandri dei canali.
Piccoli traghetti che solcano il fiume, gente che fa il picnic sul lungomare o porta a spasso il cane. Parchi giochi per i bimbi, piste ciclabili, piste pedonali, gazebi e BBQ. Lusso che si muove su 4 ruote e zaini in attesa alla fermata del bus. Palazzine a 6 piani per vacanze tutto compreso, ostelli e ville con molo privato. Divieti di ogni sorta, rotatorie, ponti, parcheggi stretti, sensi unici e lavori in corso segnalati per cambiare la lampadina a un lampione! Ristoranti, pizzerie, caffetterie, takeaway cinesi. Negozi di abbigliamento, di scarpe, sportivi, di caramelle, d'arte africana, di bigiotteria, di gioielleria.
Gelaterie e odore di patatine fritte. Parchi che assomigliano a Gardaland.
Tutto mostruosamente ordinato, lindo e perfetto.
Sunshine Coast. Già dopo un'ora, senti che ti manca l'aria.
Hai una mappa "così-così" e vedi una cittadina, poco lontana e fuori mano. Solo 60 km, con un nome curioso. Arriverai che è buio, ma non ci pensi. Forse c'è una rest area poco più a nord o forse una in città e, come al solito, verifichi.
"Ecco la targa! Deve essere questa! Minuscola!"
Giri alla prima a destra e becchi un enorme camp ground! Si può stare la notte! Il prezzo è vergognosamente ridicolo, molto meno che "popolare".
L'ingresso lo paghi al Motel/Pub, che sta a 50 metri e dove manco sanno quant'è. Glielo dici tu, avendolo letto sul cartello un minuto prima. Uno, dei tre presenti, vestito da mandriano col cappello in testa, conferma quello che hai detto e, sottolinea con un certo orgoglio, che ci sono bagni e doccia calda, mentre tracanna l'ennesima birra. Ti scrivono una ricevuta a mano in quei blocchetti a triplice copia che sanno tanto di sagra paesana o circolo della bocciofila. Tirato fuori da una lattina circolare che un tempo conteneva biscotti. Scopri che puoi piazzare la tua macchina sopra un prato morbido e sotto un albero gigantesco. Toilette e doccia calda di fianco. Panchine al coperto, per cenare. Il posto è completamente "tirato a spigolo vivo"! C'è solo un altra coppia di passaggio con 3 cavalli al seguito al lato opposto, 150 metri buoni. Un paio di possum zumpano giù dagli alberi, le volpi volanti si danno da fare a rimpinzarsi di polline, rane e grilli ci danno dentro in alternata sinfonia.
La luna, c'è.
Non pensi a nulla. Solo aprire la tenda, farti da mangiare e poi dormire.
Ascolti, d'improvviso, il silenzio causato dal richiamo di una civetta.
La vita è di una semplicità cristallina e, al tempo stesso, sorprendentemente eccitante. Buona parte del tempo che hai speso per farla diventare interessante, sono stati dei ridicoli, goffi e insensati tentativi di complicartela da solo e non viverla. Di non farla vivere.
Kin Kin, 23 Maggio, 2013
arrive to Kin Kin
the Day after
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