Ci sono due soli modi di conoscere le cose.

Farsele raccontare oppure farle.

Un poco come la vita.

Viverla o farla vivere agli altri.

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giovedì 5 gennaio 2012

ROMA-ADELAIDE (il ritorno?)



Eccomi qui, a prendere un aereo il 1 gennaio 2012, dopo aver passato il capodanno con amici e il mio omonimo figlioccio, Leonardo. Stavolta, fino all'ultimo non sapevo se sarei partito. Come l'altra volta del resto, anche se le motivazioni erano completamente differenti.


Stavolta mi ritrovo a pensare di non essere in grado fisicamente di riuscire. L'ernia cervicale che mi ha colpito più di un anno fa mi ha lasciato dei postumi invalidanti in continua evoluzione. Dannatamente drammatici per chi non è un sedentario come me. Solo adesso mi accorgo, che stavo bene prima. Solo adesso mi accorgo che sono un disabile! Mi viene quasi da ridere perché ho vissuto 27 anni portando una protesi e non me ne accorgevo quasi. Ora me ne accorgo che ho un braccio che non funziona molto bene e un collo dolorante.


Comunque sia, sapevo di avere "un sospeso" con l'Australia o se vogliamo "un'incompiuta"!


Alcuni amici mi sono stati vicino e altri forse, ci credono più di me! Non so bene se per simpatia, affetto o semplicemente per pura inconsapevolezza del "cosa" e sopratutto del "come" lo vado a fare. Mi hanno sempre stimolato e incoraggiato di continuo. Anche per loro sono qui. Anche solo per quei pochi. Non rimango con un rimpianto e non voglio scaricarlo a loro, mai.


Sono arrivato il 3 gennaio, alle 6.05 di mattina. L' estate è piena, ed ho assaporato il vento e la luce della terra Australe. Solo qui è così. In nessun altro posto si trova qualcosa di simile. Odori, luminosità, suoni e un paesaggio che riportano alla mente momenti unici. Quasi, quasi…mi mettevo a piangere.


Vado subito in Motel e iniziano giornate intense e difficili. La mia auto, le mie cose, non sono state trattate molto bene. Spese astronomiche impreviste e perdita di tempo per dover risistemare e ricercare cose che sono da buttare o malfunzionanti.


Dopo 3 giorni sono distrutto e mi sento uno straccio. Ho la camera zeppa di borse e box di plastica da rivedere e devo ancora ben capire cosa posso tenere o meno. Cosa devo acquistare o meno!


Il caldo poi si fa sentire e lo zompettare sotto il sole per ore con la protesi non è il massimo. Il mio moncone grida vendetta e le piaghe si aprono. Al dolore ci sono abituato ma, ora, non ci voleva e poi ne ho le palle piene!


Adelaide è comunque bellissima ed accogliente. Le vie del centro sono affollate anche se qui sono giorni di vacanza. Il passaggio dal nostro inverno a questa estate agli antipodi è confortante! Mi gusto, per quel che posso, la scenografia e gli attori di ogni genere che la animano.


Negli ultimi due giorni non ricordo bene cosa ho mangiato e se ho mangiato. Ieri sera una scatoletta di tonno che avevo lasciato qui nell'ottobre del 2010. Buona.


Stasera mi concedo un lusso. Selezione di formaggi locali, grissini e macinato di carne di canguro. Poi esco, apro il portello di Carolina e piazzo sulla bombola del gas la caffettiera. Un caffè così non me lo prendevo da un poco di tempo.


Guardo la mia auto e le sussurro, "Tranquilla! Domani 4 gomme nuove, il gas nel circuito dell'aria condizionata e un bel lavaggio. Tornerai come prima!!" Lei non dice nulla, ma lo so che apprezza. Come molti di noi del resto.


Il tramonto ormai ha lasciato spazio alla sera e il vento si alza a raffiche che sembrano quasi gelide. Fa freddo la notte, anche se è estate. Ho un brivido ma non capisco se è per il freddo o altro. Sorseggio il caffè ed ha un gusto dolciastro amaro, nonostante lo zucchero abbondante. Chissà perché? Colpa del caffè, della macchina, dell'acqua o dello zucchero? O di che altro? Ma è meglio non pensarci, a che serve? Quasi sempre non serve a molto. Le cose stanno così e non cambiano. Andiamo avanti quindi, godiamo di quello che c'è. Facciamo quello che si deve fare! Al lavoro! Per altre 3 o 4 ore reggo, spero!