La mia terra, la mia gente è straziata. Dalle lacrime, dal sangue e dalla paura. Mai avrei nemmeno immaginato di dover assistere a tutto questo. Io che sono scampato più volte alla morte. In condizioni estreme che pochi conoscono e nemmeno a volte mi va di raccontare.
Si sta aprendo un capitolo lungo e doloroso per questa terra che è la mia terra. La amo, come amo la sua gente. Non tutta, non alcuni modi di essere, ma ne amo la tempra, il coraggio, la volontà. Spesso non ne conosco le storie, non ne frequento le persone e magari non ne condivido le idee. Sono stato lontano da essa per un poco di tempo. Ma ritorno. Sempre. Qui ho gran parte dei miei affetti, gran parte dei miei ricordi. Anche se penso di andare a stare altrove.
Porto con me da ogni viaggio quello che mi è capitato. Racconto di quello che ho vissuto e come ho sempre avuto qualcuno che mi ha aiutato. Mi ha aperto la sua casa, mi ha accolto come un figlio. Lo straniero in terra straniera.
Io sono stato naufrago, disabile, povero, derelitto e ultimo degli ultimi oltre a tanto altro. Io, agnostico e senza cittadinanza. Io sono stato diverso da usi e costumi locali. Però, ho sempre trovato il cuore della gente. Ho sempre trovato gli occhi della gente. Non importava la lingua la religione, la pelle o altro.
Importavano gli occhi e il cuore. Questa terra, questa gente li ha. Lo so. Io sono figlio di questa terra, di questi luoghi. Ne sono orgoglioso. Ne sono fiero. Io sono un cazzo di piccolo uomo dell'Emilia. La mia terra. La terra di tutti quelli che ci sono e che vorranno esserci. Punto.
Non avrei potuto essere accolto da tanti se fossi stato diverso. Sono il frutto di questa terra. Una terra di gente tosta. Di tanta gente che è arrivata, da tutte le parti o che da sempre è stata qui. Gente che ce la farà. Con o senza ma. Ce la farà da sola. Ce la farà con la sua gente e per la sua gente.
Prepariamoci a molto altro ma ricordiamoci chi siamo. Piccoli uomini in fondo…ma Noi Siamo Emiliani!
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